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Competenze digitali: importanti nel presente, vitali nel futuro

Le competenze digitali stanno alla base di quelle organizzazioni intelligenti che hanno compreso che la digitalizzazione non è solo un processo relativo al funzionamento di hardware o di software, ma un cambiamento che riguarda in primis le persone e la diffusione di specifiche conoscenze. Se si vuole diventare quel tipo di azienda capace di continuare a crescere e portare risultati, è necessario avere persone che possano adattarsi al cambiamento, o meglio ancora, che lo abbiano già fatto e che quindi posseggano già delle forti abilità in merito. Non è una novità che un’organizzazione i cui membri abbiano tali capacità digitali sia più competitiva.

Uno studio condotto da VMware su 5.700 dipendenti ha rivelato che in Italia il 75% degli intervistati ritiene che l’utilizzo diffuso delle digital skills possa migliorare il vantaggio competitivo della propria organizzazione. Un altro studio del Centre for Economics & Business Research (Cebr) ha calcolato che una diffusione delle competenze digitali di base sul 100% della popolazione del Regno Unito, potrebbe portare ad un vantaggio economico di £ 4.3 bilioni. Non servono troppi studi per dimostrarlo, lo vediamo ogni giorno: i colleghi più digitalizzati sono quelli che riescono a lavorare meglio a distanza, che sprecano meno tempo con la tecnologia, che riescono ad inserirsi in progetti innovativi e a rimanere più aggiornati sui temi più disparati. Siamo certi del fatto che tali competenze portino beneficio all’organizzazione, ma lo siamo meno sul cosa esattamente siano le digital skill, sul come valutarle e svilupparle.

Cosa sono le competenze digitali

Con la Raccomandazione Europea sulle competenze chiave, la competenza digitale è stata riconosciuta quale una delle 8 competenze fondamentali per l’apprendimento. Può essere generalmente definita come l’uso sicuro, critico e creativo delle tecnologie dell’informazione per raggiungere gli obiettivi legati a lavoro, occupabilità, apprendimento e partecipazione nella società. È una competenza chiave trasversale che, in quanto tale, consente di acquisire altre facoltà importanti e di raggiungere in maniera competitiva i risultati di business. L’Unione Europea identifica 5 aree chiave:

  1. Information. Identificare, localizzare, recuperare, archiviare, organizzare ed analizzare le informazioni digitali, giudicandone rilevanza e scopo.
  2. Communication. Comunicare in ambienti digitali, condividere le risorse attraverso strumenti online, collegarsi con altri e collaborare attraverso strumenti digitali, interagire e partecipare a comunità e reti, sensibilizzazione interculturale.
  3. Content creation. Creare e modificare nuovi contenuti (da elaborazione testi a immagini e video) integrare e rielaborare conoscenze e contenuti precedenti produzioni multimediali e programmazione conoscere ed applicare diritti di proprietà intellettuale e licenze.
  4. Safety. Protezione individuale, protezione dei dati, tutela dell’identità digitale, misure di sicurezza, uso sicuro e sostenibile.
  5. Problem solving. Individuare esigenze e risorse digitali, prendere decisioni, informate su quali siano gli strumenti digitali più appropriati in base a finalità o necessità, risolvere problemi concettuali con mezzi digitali, utilizzare creativamente le tecnologie, risolvere problemi tecnici, aggiornare le proprie e le altrui competenze.

Queste non sono competenze specifiche dei ruoli dell’ICT, ma competenze trasversali, che ogni individuo in una moderna organizzazione deve possedere, allo scopo di apprendere, collaborare, risolvere problemi, svolgere la routine lavorativa e raggiungere obiettivi. Ognuna di queste aree si può declinare in termini di capacità, attitudine e conoscenza, dando vita ad una moltitudine di profili all’interno dell’organizzazione. Alla luce di questo modello dobbiamo comprendere come declinarlo all’interno della nostra realtà organizzativa e come integrarlo con l’attuale modello di competenze interno. L’aggiornamento di quest’ultimo, alla luce della rivoluzione digitale, ci può guidare nell’impostazione di piani di valutazione e sviluppo.

Come valutare le competenze digitali

Sulla base di questo modello è possibile valutare le abilità presenti in azienda. Skilla, propone 4 tipi di strumenti per valutare lo stato di salute delle capacità digitali all’interno dell’organizzazione:

  • Autovalutazione. Lo strumento ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a prendere consapevolezza, in maniera strutturata, della propria abilità di utilizzare con dimestichezza internet e le tecnologie digitali.
  • Assessment. Lo strumento ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti e l’organizzazione ad individuare i principali punti di forza e le aree di miglioramento.
  • Utilizzo degli strumenti. Il questionario ha l’obiettivo di analizzare il grado di conoscenza e utilizzo dei principali strumenti che permettono di applicare concretamente alcune competenze digitali. Le domande sono basate su alcuni degli strumenti più utilizzati e conosciuti dalla popolazione italiana.
  • Indagine sulla cultura digitale. Il questionario ha l’obiettivo di sondare l’attitudine e la cultura dei partecipanti nell’utilizzo di tecnologie digitali. Alcune volte le persone hanno discrete competenze base, ma non hanno la giusta cultura e attitudine per utilizzarle.

Il questionario restituisce l’attitudine delle persone ad applicare le 5 aree delle digital skills. Prima di valutare è necessario fissare una standard minimo di riferimento per popolazione. Tramite focus group è possibile identificare quali sono gli strumenti che tutti dovrebbero conoscere, il livello di attitudine e capacità minimo che l’azienda vuole raggiungere.

Come sviluppare le competenze digitali

Lo sviluppo di tali abilità è un processo duraturo che deve prendere in considerazione una varietà di fattori. Qui di seguito, abbiamo riassunto alcuni dei passi che si possono effettuare per migliorare la digitalizzazione dell’azienda.

  1. Promuovere un modello di competenze digitali interno. Prima di prendere qualunque iniziativa di formazione è necessario riadattare il modello di competenze sopra proposto all’organizzazione. Il modello dev’essere diffuso e legato ai principali tool e software che usa. Inoltre, è auspicabile aggiungere queste skills nella job description di ognuno. Rendi quindi le competenze digitali chiare e rilevanti per tutti.
  2. Legare le iniziative digitali agli obiettivi di business. A volte le iniziative per promuovere un social interno o di sviluppo delle abilità digitali falliscono per un motivo chiaro: le persone non le ritengono rilevanti. Se non leghiamo le iniziative e le competenze a degli obiettivi di business importanti per l’organizzazione, faremo molta più fatica a promuovere una cultura digital.
  3. Reverse Mentoring. Il Reverse Mentoring è il processo mediante il quale i giovani, tipicamente con meno esperienza ma con una forte competenza digitale, aiutano i senior, con una lunga esperienza lavorativa, a familiarizzare con la tecnologia, alla ricerca di un reciproco scambio.
  4. Percorsi blended per lo sviluppo delle competenze. Skilla mette a disposizione decine di pillole formative multimediali, unite ad un format formativo per promuovere lo sviluppo delle skills digitali. L’organizzazione si deve formare e autoformare su questi temi.
  5. La digital breakfast. Una semplice ma molto efficace operazione che potete fare è organizzare alcune mattine alla settimana una digital breakfast, un breve momento in cui i singoli capi con i propri collaboratori parlano e discutono di tempi di innovazione, di sviluppo di competenze digitali e di come introdurre nel team dei nuovi strumenti per lavorare.
  6. Creare un buzz. Infine, fate in modo che dentro l’azienda si parli di innovazione e digitalizzazione. Per farlo si può creare buzz, cioè uno slogan che esorta a far diventare la competenza digitale un argomento di discussione.

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Federico Amicucci

Scritto da: Federico Amicucci il 18 Aprile 2016

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