Approfondimenti

Micro video per la formazione

Video, story, reel, Igtv, li facciamo, li postiamo e condividiamo, oggi basta un cellulare e una app e il gioco è fatto! Ma cambiamo contesto e scopriamo perché il micro-video autoprodotto può rappresentare una risorsa utile per la formazione. Ecco qualche consiglio per micro-videomaker fai-da-te, ma con professionalità.

Cos’è il micro-video? Un filmato che, in circa 2 minuti, spiega uno specifico argomento; ad esempio, la corretta esecuzione di un’operazione, buone pratiche relazionali o prassi aziendali. Per realizzarlo abbiamo a disposizione lo smartphone come “macchina da presa” e computer o tablet come strumenti di postproduzione; ma, attenzione, se da un lato oggi la tecnologia ci offre un’eccellente qualità del risultato, siamo poi comunque noi a dover curare la qualità delle fasi della progettazione e la preparazione.

Quali vantaggi offre il micro-video formativo?

  • La multimedialità, nella produzione e nella fruizione.
  • Possiamo rappresentare scene realistiche o didascaliche attraverso immagini, audio, voci narranti e dialoghi, movimenti e animazioni.
  • La fruibilità da qualsiasi dispositivo fisso e mobile.
  • L’uploading sulla piattaforma formativa o intranet aziendale; in questo modo si arricchisce la formazione online.
  • L’uploading sui vari canali social (FB, Instagram, YouTube o Vimeo); in questo modo sarà condivisibile con il proprio gruppo di contatti di lavoro.

Come possiamo evitare le possibili criticità?

  • Il format del video deve essere perfettamente centrato sull’argomento o sul target.
  • Dal punto di vista dei contenuti, occorre curare la sintesi e andare dritti al punto.
  • Dal punto di vista tecnico, meglio non lasciarsi prendere la mano, se poco esperta: evitiamo immagini troppo statiche o troppo movimentate, con spiegazioni prolisse, con risposte troppo anticipate e precipitose.
  • Consiglio: allenati a pensare visivamente, prova a tradurre in immagini e sequenze ciò che vuoi comunicare; e un bel giro di ricerche sul Web ti farà trovare esempi con input utili sia per i contenuti, che per lo stile.

Partiamo dalla PROGETTAZIONE.

  • Il FOCUS. Concentriamoci su un unico argomento e dedichiamo, alle eventuali tematiche collegate, altri video.
  • LA DURATA. Restiamo entro i 2 minuti. I primi 5-10 secondi sono cruciali, sono quelli che catturano l’attenzione del nostro pubblico: possiamo incuriosire, anticipare futuri temi oppure colpire con un fuorionda divertente.

Se il tema è troppo complesso, partiamo con un video generale, che rimanda ad altri video di approfondimento.

  • L’OBIETTIVO DEL VIDEO. Cosa dovrebbe far apprendere? Quale problema deve aiutare a risolvere? Quale informazione deve veicolare?
  • IL BRIEFING, per definire:
  1. a chi ci rivolgiamo (tipo di pubblico, livello di competenza, funzione, responsabilità);
  2. cosa comunichiamo (un procedimento, una storia, un consiglio per l’operatività);
  3. perché dobbiamo comunicarlo (la finalità del video);
  4. dove si gira l’audiovisivo e dove andrà poi pubblicato;
  5. quando va consegnato l’output definitivo.
  • IL SOGGETTO. Qual è il tema protagonista e come lo sviluppiamo? Possiamo, ad esempio, raccontare “la storia” dell’operazione/situazione da gestire e “la morale” è la raccomandazione finale da tenere a mente.

Ottima idea preparare un abstract che in poche righe presenta contenuto e obiettivo del micro-video.

  • LA SCALETTA con i punti essenziali: l’inizio, i protagonisti, la trama, luoghi, incontri, eventi, conclusione e CTA/Call to Action; o ancora il problema, le possibili soluzioni, come scegliere e applicare la soluzione giusta, lo scenario dopo la soluzione.
  • Per essere ancora più “pro” si può pensare anche allo STORYBOARD, che conterrà: la descrizione dell’intera sequenza di scene, ognuna numerata e col suo timing; tutto ciò che sarà visualizzato e ascoltato: testi dei dialoghi e della voce narrante, rumori e commenti musicali; riprese dal vivo e contenuti in animazione o con grafici, cartelli, mappe.
  • IL TITOLO deve corrispondere all’obiettivo, per agevolare l’individuazione dell’audiovisivo e la ricerca nell’LMS o nel web. Cerchiamo di bilanciare creatività e semplicità, per risultare immediati e comprensibili.

 

Cosa facciamo prima del ciak.   

  • Pianificazione attività e Checklist di controllo: l’elenco di cosa fare e tempistiche, nella giusta successione (scenografia, grafica o outfit hanno la precedenza).
  • Setting: una bella “scenografia” è importante, sia per arricchire il contenuto che per catturare l’attenzione. In caso di riprese in luoghi come reparti industriali, laboratori, cantieri, studi, è bene organizzare per tempo con chi ci lavora o le gestisce.
  • La squadra. Informiamo e organizziamo la squadra che ci occorre: attori, eventuali assistenti e tecnici, eventuali responsabili degli impianti e reparti/ambienti da riprendere. Avendo a che fare con attori improvvisati, meglio fare una prova generale con le persone e lasciarle interpretare loro stesse, in modo naturale, senza forzature.

 

Il nostro strumento. Lo smartphone.

Oggi il mercato ne offre di ottima qualità, con camere capaci di foto e video ad alta definizione, con automatismi di messa a fuoco e modulazione della luminosità, comando a distanza. Scegliamo un modello di cui conosciamo bene il workflow, potenzialità e settaggi. Per assicurare qualità all’inquadratura meglio dotarsi di un treppiede e stabilizzatore gimbal.

Piccoli consigli di ottimizzazione tempi e risorse (anche economiche)

  • Accorpare le scene analoghe, che si svolgono nello stesso luogo, con gli stessi protagonisti e stessi elementi scenici, per girarle tutte insieme.
  • Riguardare il girato subito, non dare per buona la ripresa senza un immediato controllo; per poter ripetere e avere l’output desiderato. Girare più di una versione della stessa scena (specialmente se in esterno e fuori sede), per avere un buon materiale da montare.
  • Approfondire i contenuti del Learning Path Skilla Train the Trainer, pensato per dare strumenti e consigli per realizzare contenuti formativi professionali in autonomia.

 

 

Operazioni finali: post-produzione e montaggio.

Tutto ciò che non viene fatto mentre si gira, va poi fatto in post-produzione: titoli di testa e coda, animazioni, immagini statiche come illustrazioni e fotografie, voci fuori campo e commenti sonori.

Tutte le scene, i titoli, la grafica, gli effetti speciali, vengono ripuliti dai difetti e montati nella sequenza stabilita. Utilizziamo titoli semplici (soprattutto leggibili) e pochi effetti.

 

Il nostro risultato finale.

Sarà un file video .mp4, formato largamente diffuso nel web, utilizzato per riprodurre contenuti in streaming, supportato da qualsiasi dispositivo mobile e pc.

Per le dimensioni (larghezza/altezza), consigliamo l’impostazione FullHD (1920×1080 px) se il video invece ha una funzione formativa, e se dovrà essere inserito in uno scorm e poi in un LMS, è meglio puntare su video brevi e in una qualità che tutti possano caricare facilmente anche sul proprio smartphone (massimo 1280 x 720).

 

 

Scritto da: Cristiana Dezi il 19 Ottobre 2021

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