Approfondimenti

Formazione che coinvolge: edutainment e AI nella strategia di Italgas

Italgas è un punto di riferimento nel panorama energetico italiano e internazionale, con una storia lunga oltre 185 anni.
Oggi il gruppo integra la tradizione industriale con una forte spinta verso l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale.
Ne abbiamo parlato con Luigi Sodano, responsabile IGAcademy, che ci ha raccontato come l’azienda sta ridisegnando i percorsi formativi, introducendo l’intelligenza artificiale, l’edutainment e nuove modalità di coinvolgimento delle persone.

Com’è organizzata la formazione in Italgas?

In Italgas non abbiamo una direzione HR in senso tradizionale: l’area si chiama People Innovation & Transformation, proprio perché accanto ai centri di competenza classici – come formazione, sviluppo, relazioni sindacali, organizzazione e HRBP – vivono anche le anime dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale.
L’AI, in particolare, è sviluppata su due fronti: una più tecnologica, gestita da Bludigit (la nostra tech company), e una più human-centered, integrata nei processi HR. Crediamo profondamente nella centralità delle persone, anche e soprattutto nei percorsi di trasformazione tecnologica.
Nel 2024 abbiamo erogato circa 200.000 ore di formazione, pari a una media di 45 ore per persona.
Il nostro modello di leadership si fonda su tre pilastri – Excellence, People e Innovation – e anche la nostra Academy è strutturata lungo queste direttrici.
Ad oggi, il 50% della formazione è ancora dedicata alle competenze core del nostro business, come le attività su impianti, cantieri e sicurezza, erogate prevalentemente in presenza per la loro natura pratica.
Negli ultimi anni, però, abbiamo ampliato significativamente l’offerta formativa manageriale e trasversale, con un’attenzione crescente ai temi legati a People e Innovation. Abbiamo creato percorsi specifici come WeGrow (per futuri/e manager), WeLead (per chi è già manager), WeSpeak (per la formazione linguistica) e programmi sull’innovazione imprenditoriale e l’open innnovation.

Come avete trasformato i modelli formativi più tradizionali?

Abbiamo rivoluzionato il nostro approccio alla formazione introducendo il concetto di edutainment, una combinazione di education ed entertainment. Per coinvolgere maggiormente le persone, abbiamo lanciato programmi strutturati come veri e propri talent show. Ogni percorso prende avvio da contenuti on demand, selezionati da diverse piattaforme e resi disponibili per un periodo limitato. Si prosegue con sessioni in modalità flipped classroom, in forma di webinar o incontri in presenza, e si conclude con un project work finale, valutato da una giuria composta da sponsor e manager aziendali.
Questo modello valorizza l’apprendimento esperienziale (learning by doing): ogni partecipante lavora su un progetto concreto da presentare direttamente ai vertici aziendali.
Fin dalle prime fasi, stimola engagement e rafforza il ruolo strategico della formazione. Per riconoscere le competenze acquisite, abbiamo inoltre introdotto badge e open badge.

Quali sono alcuni esempi concreti di questi percorsi?

Abbiamo attivi diversi programmi formativi. Tra questi, “AI’m Ready”, un percorso dedicato all’intelligenza artificiale, con contenuti autoprodotti dal nostro team interno AI.
All’inizio dell’anno è partita la terza edizione del percorso di project management, sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano, che conduce alla certificazione PMI.
Stiamo inoltre lavorando a un nuovo programma sul design thinking, una competenza sempre più trasversale e utile in molti progetti aziendali, non solo all’interno della Digital Factory.
In generale, osserviamo come sempre più team lavorino per progetto, anche nell’area operation. Di conseguenza, anche la formazione si evolve: accompagniamo i progetti speciali con percorsi dedicati, certificazioni e momenti di confronto strutturati.

In che modo state integrando l’intelligenza artificiale nei processi formativi?

Parto dalla teoria dell’andragogia che ci dice che per il 10% apprendo dalla teoria, per il 20% dall’apprendimento sociale e per il restante 70% dalla pratica.
Tradizionalmente, la tecnologia ha supportato la formazione soprattutto nel suo 10% teorico, ad esempio attraverso la formazione on demand. Con l’arrivo della GenAI, invece, si apre la possibilità di agire anche su quel 70% di apprendimento on the job, offrendo un supporto formativo concreto durante l’attività lavorativa.
Un esempio recente: abbiamo appena acquisito un altro operatore del gas e, dal 1° luglio, oltre 2.000 persone lavorano su sistemi e procedure completamente nuove.
Per facilitare questo passaggio, stiamo implementando chatbot personalizzati, integrati direttamente nei sistemi operativi, in grado di fornire supporto in tempo reale. Gli utenti possono fare domande e ricevere risposte sintetiche o tutorial generati con l’AI, scegliendo il formato più adatto: video, audio o PDF.
A questo affianchiamo sempre formazione in presenza e affiancamento con colleghi/e esperti/e, perché crediamo che l’interazione umana resti insostituibile. L’AI, però, ci consente di aumentare la personalizzazione, migliorare l’efficacia e rendere più produttivi i percorsi formativi.

Come è nata la collaborazione con Skilla?

Lo scouting l’ho curato personalmente: cercavamo una piattaforma accessibile, trasversale e ricca di contenuti sulle soft skill e sull’innovazione.
Skilla mi ha colpito subito per l’esperienza, la voglia di innovare e l’approccio dinamico. Ho partecipato anche ad alcuni eventi, come la presentazione di “I Love My Tea(m)”, e da lì ho deciso di portare la proposta in azienda.
Quello che cercavo era un’offerta “democratica”: non un percorso premium per pochi, ma un programma on demand, aggiornato, ricco di contenuti, adatto a tutte le funzioni aziendali.
Skilla ha risposto perfettamente a questa esigenza, anche grazie ai contenuti sull’intelligenza artificiale, già presenti all’epoca.

Che feedback avete avuto dalle persone?

Abbiamo notato che i contenuti sponsorizzati all’interno dei percorsi di edutainment sono quelli più fruiti.
Per incentivare ulteriormente la partecipazione, abbiamo lanciato una classifica interna chiamata “FantaAcademy”: ogni attività formativa permette di accumulare punti e, a fine anno, premiamo i/le migliori.
Lo scorso Natale, i 10 migliori sono stati premiati dall’AD all’evento di fine anno aziendale ed è stato loro offerto un percorso formativo premium.
È un vero cambio di paradigma: siamo passati dalla formazione “push”, promossa dall’alto, a una formazione “pull”, richiesta dalle persone.
Sempre più colleghi e colleghe ci chiedono di partecipare, di essere coinvolti, di “passare il turno” proprio come in un talent.
Un risultato che, per noi, ha un grande valore.

Quali sono i progetti per il futuro?

Nel prossimo futuro lanceremo nuovi percorsi, con un focus particolare sull’innovazione.
Abbiamo già esteso i programmi formativi anche alla nostra consociata greca, sfruttando la possibilità di utilizzare la piattaforma Skilla come LMS completo.
Nel frattempo, anche il nostro team continua a formarsi e aggiornarsi, partecipando a masterclass, incluse quelle di Skilla.
Crediamo che l’education sia uno dei settori più impattati dalla trasformazione tecnologica: per questo è fondamentale mantenere un approccio aperto, curioso, e non temere il cambiamento.

Scritto da: Team Skilla il 1 Agosto 2025

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