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La formazione diventa Diritto Soggettivo e apre le porte al mondo digitale

Il 2017 è iniziato con un importante cambiamento per circa 1 milione e 600 mila dipendenti che, grazie all’introduzione del nuovo contratto nazionale dei Metalmeccanici, si sono visti riconoscere il Diritto Soggettivo alla Formazione grazie al quale potranno essere coinvolti in almeno 24 ore di percorsi formativi nel triennio 2017-2019. Il principale elemento di innovazione portato dall’applicazione di questa normativa è il fatto che la formazione diventi formalmente un diritto individuale quantificabile e misurabile e che esso possa essere esercitato da ogni lavoratore sia all’interno che all’esterno dell’azienda in cui lavora: si tratta di un importante cambio di paradigma che sancisce in modo definitivo quanto importante sia la formazione continua anche e soprattutto nel contesto contemporaneo, così soggetto ai continui cambiamenti portati dall’“onda digitale”.

Cos’è il Diritto Soggettivo alla Formazione

In massima sintesi, e senza addentrarsi eccessivamente nelle varie sfumature contrattuali, il Diritto Soggettivo ha queste caratteristiche di base:

  • Prevede almeno 24 ore di formazione per ogni lavoratore nel triennio 2017-2019
  • Coinvolge tutti i lavoratori a tempo indeterminato, full time e part time (per questi ultimi le 24 ore potranno essere riproporzionate)
  • Nel caso in cui le aziende non organizzassero percorsi formativi ad hoc, il lavoratore ha il diritto di partecipare a 24 ore di corsi esterni a propria scelta di cui 2/3 saranno a carico dell’azienda ed 1/3 a proprio carico, oltre ad un contributo di 300 euro per la copertura dei costi
  • Per i lavoratori a tempo determinato vale il principio di non discriminazione, mentre non sono inclusi quelli in apprendistato in quanto la formazione è elemento fondamentale del contratto
  • La percentuale massima di assenza contemporanea dal lavoro prevista dalla norma è del 3% e, nel caso non fosse possibile erogare le 24 ore senza superarla, le ore non fruite saranno cumulabili con quelle del triennio successivo
  • Nel caso in cui il lavoratore non si attivasse per esercitare il proprio diritto, le ore non richieste non saranno cumulabili
  • Le aziende aderenti ad un Fondo interprofessionale per la formazione potranno scegliere di finanziare i percorsi formativi previsti

Diversi approcci formativi: dai tradizionali all’e-learning

Questa normativa, dunque, nasce con delle intrinseche caratteristiche che la rendono molto fluida e ben inserita nelle diverse esigenze che si possono creare all’interno delle imprese italiane. In particolare, da formatore, sono rimasto molto colpito dal fatto che l’organizzazione delle attività formative possa prevedere diversi approcci: dai più classici corsi in aula fino al coaching, dall’affiancamento all’action learning e, naturalmente (o, forse, dovrei scrivere “finalmente”) l’e-learning. Questa scelta evidenzia ulteriormente come alla parola “diritto” spesso si associ anche il termine “responsabilità” che, in questo caso, possiede due sfumature: la responsabilità dell’azienda di creare le condizioni affinché il lavoratore possa esercitarlo e quella del lavoratore stesso che ha la responsabilità di sfruttare le occasioni di crescita che gli vengono proposte e, se necessario, di organizzare le eventuali alternative. È quindi importante che vengano pianificati diversi momenti di apprendimento con il preciso scopo di migliorare le conoscenze e le competenze personali e professionali dei lavoratori, facilitandone così i percorsi di crescita tutto questo senza dimenticare l’importanza del tracciamento dettagliato e la rendicontazione di tutte le iniziative che vengono svolte.

Microlearning e formazione blended: sempre disponibile, da ogni dispositivo

All’interno di questo quadro si inseriscono sicuramente molto bene tutte le iniziative collegate con la formazione digitale che, nella sua modularità, risulta essere molto versatile, adeguata a gruppi di ogni dimensione, personalizzabile a diversi livelli e facilmente monitorabile. Ad esempio, è possibile ottemperare a quanto previsto dal Diritto Soggettivo alla Formazione anche organizzando esclusivamente corsi on-line e consentendo, di conseguenza, ai lavoratori di fruire della formazione con la massima elasticità sia all’interno dei locali aziendali durante l’orario di lavoro, che al loro esterno. Ne abbiamo raccontato un esempio in questa news. In particolare, nel settore Metalmeccanico la comunità dei cosiddetti “blu collar” lavora generalmente su turni e in siti produttivi dislocati su tutto il territorio e non è quasi mai dotata di un computer o di un indirizzo e-mail aziendale. Grazie alle soluzioni tecnologiche disponibili in ambito formativo è comunque possibile raggiungerli con moduli formativi brevi, efficaci e calati sulle esigenze (eventualmente anche adattivi in base alle loro preferenze o meccanismi di apprendimento) che potranno essere facilmente fruiti, ad esempio, su computer a rotazione, totem interattivi o, anche su dispositivi mobili (smartphone e tablet). Un approccio diverso, più completo e maggiormente responsabilizzante, che porta le persone a diretto contatto con i momenti formativi creando continue occasioni di crescita. Mettere a disposizione corsi formativi in pillole permette alle persone di creare i propri percorsi scegliendo materia e modalità di apprendimento in base alle preferenze individuali questo apre le porte a confronti costruttivi tra colleghi e genera le condizioni per la crescita di nuova conoscenza. Ognuno può valutare ed affinare la propria formazione in base alle esigenze e al tempo che ha a disposizione, uscendo dalla passività scaturita dall’essere iscritto ad un corso ed entrando in una nuova e più attiva dimensione di sperimentazione e partecipazione al proprio piano di apprendimento. Grazie alla formazione digitale e blended, è possibile creare le condizioni per affinché il Diritto Soggettivo alla Formazione trovi la piena realizzazione, sia grazie alla creazione delle giuste condizioni affinché ogni lavoratore possa fruire delle iniziative organizzate, sia grazie al coinvolgimento diretto degli utenti finali che sono, di fatto, chiamati a partecipare attivamente. Durante l’ultimo exploring eLearning ho assistito ad un seminario sul Diritto Soggettivo alla Formazione e, da uno dei relatori, è stata fatta una battuta che mi ha colpito molto: “la formazione è come un matrimonio: se ti invitano inizi pensare agli inconvenienti organizzativi, se non ti invitano ti domandi il perché…” il fatto di introdurre il concetto di formazione come diritto soggettivo permette effettivamente di uscire da questo loop e di vivere e far vivere i momenti di apprendimento come occasioni di confronto e crescita. Se poi le diverse realtà aziendali riescono a creare le condizioni affinché questi momenti siano modulabili e fruibili da tutti e in diversi periodi della giornata, sicuramente sarà possibile cavalcare questo cambiamento culturale che può arricchire in modo reciproco e produttivo le future relazioni tra lavoratori ed impresa. Il 28 febbraio abbiamo approfondito l’argomento in un nostro webinar gratuito.

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Mirco Alberti

Scritto da: Mirco Alberti il 21 Febbraio 2019

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