Approfondimenti

Uno strumento per la condivisione della conoscenza in azienda: le biblioteche multimediali

La prima virtual library venne creata da Tim Berners-Lee, inventore del linguaggio HTML e padre putativo del Web, nel 1991, al CERN di Ginevra: si trattava di un repertorio di siti internet, archiviati per argomenti, redatto da un gruppo di esperti. Nel tempo il concetto di virtual library si è evoluto, anche grazie alle nuove opportunità offerte dal Web 2.0, trasformandosi in uno spazio dinamico della conoscenza, in cui è possibile trovare una varietà di risorse digitali – e non – organizzate e rese facilmente fruibili agli utenti. Si veda ad esempio la libreria virtuale dell’American Alzheimer Association.

Le virtual library si possono avvalere del supporto di una faculty o, comunque, di un team di esperti che selezionano le risorse e predispongono dei percorsi guidati e soprattutto certificati, per facilitare lo sviluppo di conoscenze e competenze in un dato ambito di apprendimento. Una buona libreria virtuale, però, deve allo stesso tempo essere in grado di offrire ai navigatori l’opportunità di esplorare liberamente i contenuti e creare percorsi personalizzati di apprendimento. Nell’ambito della formazione in azienda la virtual library può essere utilizzata per facilitare la condivisione di informazioni, l’autoformazione e l’informal learning.

La biblioteca virtuale può svolgere un ruolo strategico per facilitare la condivisione delle informazioni e delle conoscenze in grandi organizzazioni, che operano su scala multinazionale e/o globale, che fanno ampio utilizzo di team di lavoro dispersi geograficamente: un articolo di Lori Soard su Small Business ben spiega quali sono i principali vantaggi di una virtual library per un’azienda. Al contempo, anche le piccole imprese possono sfruttare le opportunità della biblioteca virtuale, anche sviluppando progetti inter-aziendali.

Nella versione più moderna, la virtual library diventa uno strumento social, implementando approcci di tipo 2.0: ad esempio, la Business School dell’Università di Stanford ha realizzato una biblioteca virtuale per condividere i progetti realizzati dagli studenti del corso di comunicazione strategica. In Italia sono in corso diverse sperimentazioni. In particolare, segnaliamo un progetto di virtual library, in fase di start up, realizzato da un grande gruppo finanziario. Il progetto, di cui Amicucci Formazione è partner, prevede la realizzazione di una biblioteca virtuale ad uso del management e del personale. Il progetto si propone di facilitare la condivisione di conoscenze e lo sviluppo delle competenze professionali, attraverso l’innovazione degli ambienti, dei linguaggi e delle pratiche di apprendimento, in un’ottica 2.0.

Fabrizio Maimone

Scritto da: Fabrizio Maimone il 28 Agosto 2014

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