Approfondimenti

Formazione blended per un’organizzazione ibrida

Le condizioni per dare corso a processi formativi adeguati ed efficaci rimandano, prima che allo specifico contesto aziendale, alla sfera dell’agire collettivo, dove le dinamiche economiche, sociali, culturali si modificano e si intersecano senza sosta, definendo sempre nuovi e precari equilibri. Ed è proprio nel mutare di questi equilibri che si innesca il processo formativo di valore: progettato ed erogato nella mutazione in corso, orientato dal senso dei cambiamenti e modulato secondo l’emergere di nuovi bisogni ed esigenze sistemiche.

È solo attraverso la lettura dello scenario e nella comprensione delle nuove tendenze che un progetto formativo riesce poi a incrociare le aspettative aziendali e valorizzare le potenzialità delle risorse, perché saprà così adattarsi rinnovandosi nei contenuti e nei linguaggi negli ambienti. Ogni emergenza innesca reazioni e ridisegna metodologie e prassi, scardina ciò che sembrava consolidato, abbozza lineamenti inediti della produzione di senso (collettivo e individuale)  mettendo in discussione il passato e dando forma a strutture e articolazioni inedite. Sono allora da abbandonare le vecchie abitudini, per quanto possano apparire comode.

La prima necessità per la sopravvivenza di un’azienda  è quella di comprendere il panorama e l’orizzonte in cui opera e interagisce. Il cambio di paradigma organizzativo imposto da un evento epocale e globale come la pandemia comincia ormai ad essere obsoleto e inadeguato.

Come si è modificato l’orizzonte? Il forzato e generalizzato smartworking ha evidenziato i vantaggi di una diversa organizzazione del lavoro che non possono essere ignorati, ma piuttosto riconsiderati in approcci rinnovati e ibridi, in cui la presenza in azienda e il lavoro da casa convivono secondo rinnovate logiche di efficienza. La digitalizzazione, che aveva pervaso ogni attività aziendale, spersonalizzando le dinamiche relazionali,  ha permesso comunque la diffusione e la crescita di competenze digitali in maniera massiva e trasversale. Competenze indispensabili anche per la costruzione di nuove architetture organizzative  dove la persona e le relazioni tornano ad occupare una posizione centrale. E infatti la richiesta di attività in presenza risponde sia ad una modificata situazione sanitario-normativa ma soprattutto al desiderio di tornare ad occupare fisicamente gli spazi e ricomporre relazioni dal vivo.

La formazione blended, un format di contaminazioni e sperimentazioni

Il mutato scenario suggerisce alcune riflessioni: innanzitutto la formazione digitale ha dimostrato il suo valore non solo in contesti emergenziali, grazie alla sua capacità di attivarsi in momenti e ambienti diversi da quelli dell’aula tradizionale. Spazi e ruoli che dovrà continuare a occupare con logiche più consapevoli e strategiche. Allo stesso modo, sognare il rientro in aula, solo come elemento di ricostruzione delle relazioni umane andate disperse, significherebbe né più né meno che un ritorno ad una illusoria condizione aurea, piena di pregi solo se letta con la lente distorcente del ricordo. Il tempo avanza, ovvero lo scossone che ha spostato gli asset della valorizzazione del capitale umano sulle sponde digitale è unidirezionale ma occorre gestirlo cercando sempre nuovi percorsi, nuovi equilibri tra la tradizione e l’innovazione, tra i linguaggi e le relazioni guidati dalla consapevolezza che solo la contaminazione e la mescolanza crei valore e sinergia.

Quindi possiamo ancora parlare di formazione blended? Dobbiamo, ma arricchendo il significato di più format in sequenza, con più format in contemporanea, ovvero contaminazione e sperimentazione, muovendosi lungo i binari della creatività e dell’efficacia.

L’efficacia del modello formativo si basa su un learning mindset che prevede:

  • competenze progettuali evolute della faculty per poter disegnare architetture di apprendimento finalizzate alla condivisione e alla capitalizzazione del sapere strategico, inteso come leva di sviluppo,
  • capacità dell’academy di coinvolgimento dei dirigenti nei processi formativi sia per aumentarne il committment che per condividerne senso, obiettivi e responsabilità,
  • allenamento costante della learning agility dei dipendenti, apprendere ad apprendere e imparare a disimparare rappresentano la condizioni per riconoscere e accogliere il nuovo e l’utile delle offerte formative.

Come rivedere la logica con cui miscelare i vari format e realizzare efficaci learning path alla luce dei nuovi contesti di hybrid learning?

Cosa sono i percorsi formativi di Skilla? Risorse e metodologie integrate per percorsi blended, contenuti multimediali in pillole formative multilingua e Skilla Card. Pensati per formare target specifici, approfondire e ampliare le famiglie di competenze, potenziare le fasi di sviluppo delle carriere.

I Learning Path Skilla sono nati per passare dalla logica del prodotto digitale, imperante nei primi corsi eLearning, alla logica del percorso blended, dell’esperienza di apprendimento. Sempre in questa ottica, i Learning Path si sono evoluti in modo rapido negli ultimi due anni adattando nuovamente la loro formula al mutato contesto di hybrid learning e dunque alle rinnovate esperienze di apprendimento che stanno evolvendo. In particolare, ad essere proposto non è più solo un mix di format ed attività differenti, ma una nuova esperienza di apprendimento ibrida in cui la contaminazione tra fisico e digitale avviene a tutti i livelli e in tutte le risorse.

Nei Learning Path la contaminazione tra attività in presenza e risorse digitali proposte durante il percorso avviene a 360°:  l’aula si contamina con il digitale, al contempo tutte le proposte di digital learning nascono  le metodologie della formazione in presenza: narrative e learning in primis.

Contaminazione tra Webinar e aula con il digitale

Un abile uso di filmati, cartoon, learning object, mappe visive, connessioni a informazioni ed esperienze presenti nelle reti virtuali, interne ed esterne, oltre ad essere un ottimo espediente per spezzare il flusso d’aula, aiuta a stimolare una riflessione, proporre temi e contenuti.

Come si contaminano prodotti formativi digitali con pratiche formative esperienziali e fisiche?

La fruizione dei contenuti digitali è pensata anche per avvenire in contesti sociali, pensiamo ad esempio ai contenuti fruiti da mobile mentre si è in un team,  prestandosi ad esempio al cooperative learning.

 

Scritto da: Lorena Patacchini il 21 Ottobre 2021

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