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Intelligenza Artificiale e formazione: come cambia l’apprendimento in azienda

Il rapporto tra Intelligenza Artificiale e formazione sta trasformando in profondità le pratiche di apprendimento in azienda. Dalla progettazione dei percorsi didattici alla personalizzazione dei contenuti, fino all’emergere di nuovi strumenti, l’IA introduce approcci più adattivi e centrati sulla persona, ridefinendo le modalità con cui le imprese sviluppano competenze e accompagnano la crescita professionale.

Come l’intelligenza artificiale sta cambiando la formazione in azienda

Intelligenza Artificiale e formazione sono oggi due concetti strettamente intrecciati. Nel contesto organizzativo, gli effetti dell’IA sono visibili lungo tutta la filiera formativa: dalla progettazione dei percorsi, all’erogazione tramite Learning Management System (LMS), fino alla gestione della formazione in aula.

Per comprendere appieno l’impatto dell’IA nella formazione aziendale, possiamo distinguere due ambiti principali: da un lato, l’utilizzo del machine learning e dei recommendation system; dall’altro, le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale generativa. Entrambe le direzioni puntano a un’esperienza formativa sempre più personalizzata, flessibile e in continuo aggiornamento, in linea con le logiche del lifelong learning aziendale.

Sistemi di raccomandazione basati su machine learning

Questi strumenti analizzano i comportamenti degli utenti – ad esempio all’interno di un LMS – per suggerire contenuti formativi personalizzati. Si tratta di sistemi basati su logiche content-based, che si adattano all’evoluzione delle competenze e degli interessi individuali, migliorando anche l’employee experience.

Intelligenza artificiale generativa: nuovi scenari per l’apprendimento

L’IA generativa sta rivoluzionando il modo in cui creiamo, organizziamo e utilizziamo i contenuti formativi. Può supportare la progettazione didattica, proporre esercitazioni su misura e fungere da tutor virtuale o simulatore conversazionale.

Il suo impatto non riguarda solo formatori e formatrici, ma coinvolge tutti e tutte. Oggi chiunque può contare su strumenti intelligenti capaci di guidare l’apprendimento quotidiano. Proprio per questo, diventano ancora più centrali la responsabilità individuale, il pensiero critico e le soft skills: competenze fondamentali per usare l’IA come leva per la crescita, e non come sostituto delle proprie capacità.

Formazione su misura grazie all’adaptive learning

L’Intelligenza Artificiale sta trasformando la formazione aziendale, aprendo la strada a modelli sempre più personalizzati, efficaci e coinvolgenti. Tra le innovazioni più rilevanti, spicca l’adaptive learning: un approccio che consente di costruire percorsi formativi dinamici, capaci di adattarsi alle caratteristiche e ai bisogni di ciascun individuo.

L’IA rappresenta una delle tecnologie abilitanti più promettenti per l’adaptive learning, grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati in tempo reale. A differenza dei modelli tradizionali, questo approccio sfrutta strumenti digitali avanzati, tra cui anche l’Intelligenza Artificiale, per calibrare contenuti, difficoltà e ritmo dell’apprendimento sulla base delle performance, delle preferenze e dello stile cognitivo del singolo utente.

AI can provide us with the tools to turn the science of learning into the science of learners.” – Rose Luckin

Grazie a piattaforme LMS dotate di funzionalità avanzate, è possibile offrire una formazione personalizzata che tiene conto del livello di competenza e dei tempi di apprendimento di ogni dipendente. Sistemi basati su machine learning analizzano le interazioni – quiz svolti, tempi di permanenza, feedback, risultati – per suggerire contenuti mirati, proporre esercitazioni ad hoc o saltare moduli già acquisiti.

Ma l’adaptive learning non è solo una questione di tecnologia: è soprattutto un modo per valorizzare l’individuo all’interno dei percorsi di crescita.

Perché l’adaptive learning migliora l’employee experience

L’impatto positivo di questi strumenti si riflette direttamente sull’employee experience. Offrire percorsi su misura, adattabili al ritmo di ciascuno, migliora non solo l’efficacia dell’apprendimento, ma anche la percezione di attenzione e valore verso la crescita professionale. In un contesto sempre più orientato al digital learning e al lifelong learning, l’adaptive learning rappresenta una risposta concreta alle esigenze di formazione continua e personalizzata.

AI, upskilling e reskilling: un’opportunità per le imprese

Secondo il Future of Jobs Report, il 39% delle competenze attualmente richieste sul mercato del lavoro sarà trasformato o diventerà obsoleto entro il 2030. In questo scenario in continua evoluzione, il tema dell’upskilling (cioè l’aggiornamento delle competenze già possedute) e del reskilling (ovvero l’acquisizione di nuove competenze) diventa sempre più cruciale per le imprese.

Intelligenza artificiale e formazione rappresentano oggi un binomio strategico per affrontare queste sfide. Tra le applicazioni più promettenti dell’IA troviamo i tutor virtuali e i simulatori conversazionali, strumenti intelligenti capaci di accompagnare i lavoratori in esperienze formative coinvolgenti ed efficaci.

  • I tutor virtuali svolgono un ruolo di guida: aiutano gli utenti a orientarsi all’interno dei contenuti formativi, rispondono ai dubbi, suggeriscono materiali in base ai bisogni specifici e supportano nel prendere decisioni. In ottica di formazione personalizzata, possono ad esempio consigliare il corso più adatto a uno specifico ruolo, oppure spiegare un concetto complesso con esempi mirati e contestualizzati.
  • I simulatori conversazionali, invece, ricreano ambienti di dialogo realistici, in cui è possibile esercitare competenze comunicative, linguistiche e relazionali. Questi strumenti, basati su modelli linguistici avanzati, sanno generare risposte coerenti al contesto e possono adattarsi a stili diversi di interazione, simulando clienti, colleghi o manager, a seconda degli obiettivi formativi.

Sebbene molti modelli linguistici di grandi dimensioni – come ChatGPT, Claude o Gemini – possano essere usati per queste funzioni attraverso prompt, l’utilizzo di tutor o simulatori progettati ad hoc presenta vantaggi significativi. Questi strumenti possono essere programmati per aderire con precisione a uno specifico contesto formativo, mantenere coerenza con un determinato ruolo o settore e offrire esperienze più stabili e affidabili rispetto a interazioni più generiche.

IA e performance: verso un nuovo equilibrio delle competenze

Un altro elemento chiave riguarda il legame tra IA, produttività e sviluppo delle competenze. L’AI Index Report 2025 dell’Università di Stanford evidenzia il cosiddetto effetto equalizzante, ossia la capacità dell’Intelligenza Artificiale di ridurre il gap tra lavoratori esperti e meno esperti. Alcuni studi indicano che i profili junior traggono benefici maggiori dall’adozione di soluzioni AI, colmando in parte il divario con i colleghi senior.

Tuttavia, non tutti gli studi concordano. Altre analisi rilevano l’effetto opposto: l’IA amplifica le capacità di chi già performa bene, mentre offre vantaggi limitati a chi parte da una base più fragile. Questo porta a una riflessione fondamentale: non è tanto il livello di partenza a fare la differenza, quanto la capacità di usare in modo consapevole e critico l’Intelligenza Artificiale.

In altre parole, chi sviluppa competenze per interpretare, valutare e integrare le risposte dell’IA nel proprio lavoro, riesce a trarne maggiore valore. È qui che strumenti come tutor virtuali e simulatori possono diventare preziosi alleati: aiutano a sviluppare queste nuove competenze, accompagnando le persone in un apprendimento guidato, progressivo e pratico.

Come l’intelligenza artificiale guida il cambiamento nella cultura aziendale

L’Intelligenza Artificiale non influenza solo singoli processi: contribuisce a trasformare l’intera cultura aziendale. Da un lato, la cultura organizzativa influenza il modo in cui l’IA viene adottata e integrata; dall’altro, la sua introduzione può modificare valori, pratiche e comportamenti all’interno delle imprese.

Una ricerca congiunta del MIT Sloan Management Review e di Boston Consulting Group, condotta su oltre 2.000 rispondenti di 29 settori in 111 Paesi, mostra come l’adozione dell’IA possa attivare una sorta di circolo virtuoso. Secondo il report, l’introduzione di sistemi basati su Intelligenza Artificiale contribuisce innanzitutto a migliorare l’efficacia operativa dei team. Le persone riescono a svolgere le proprie attività con maggiore padronanza e consapevolezza, collaborano in modo più fluido e affrontano con successo compiti complessi. Questo incremento di efficacia incide direttamente sul clima interno, rafforzando le dinamiche di apprendimento, collaborazione e soddisfazione sul lavoro.

Tali cambiamenti, inizialmente localizzati a livello di team, si riflettono gradualmente su aspetti più strutturali, ridefinendo le convinzioni e i comportamenti che guidano l’operatività quotidiana. In molte organizzazioni, l’adozione dell’IA ha portato a una revisione dei fattori chiave di performance: i criteri con cui si valuta il successo sono cambiati, così come gli obiettivi, le metriche e le responsabilità.

I rispondenti che hanno riscontrato benefici economici significativi dalle loro iniziative in ambito IA avevano, infatti, una probabilità dieci volte maggiore di aver modificato il modo in cui misurano i risultati. In questi casi, l’Intelligenza Artificiale ha agito da catalizzatore, facilitando una riflessione strategica che ha permesso di riallineare obiettivi, comportamenti e modalità di lavoro, contribuendo a rafforzare la competitività complessiva dell’organizzazione.

Un nuovo digital mindset per l’apprendimento e l’organizzazione

Naturalmente, l’introduzione dell’IA non è priva di complessità. Come sottolinea anche l’esperto Ethan Mollick, non esistono ricette universali: ogni trasformazione è unica e richiede coinvolgimento attivo, consapevolezza e apertura al cambiamento da parte dei team. In questa prospettiva, la capacità di apprendere e adattarsi – la cosiddetta learning agility – si intreccia con l’agilità nell’uso di strumenti e tecnologie digitali e si traduce in un vero e proprio digital learning mindset, come sostiene Franco Amicucci.

Alla base di tutto questo, però, resta la consapevolezza con cui ci avviciniamo a questi strumenti. È solo attraverso un utilizzo intenzionale e riflessivo che l’Intelligenza Artificiale può davvero diventare una leva culturale per la crescita.

Scritto da: Arianna Meroni il 8 Maggio 2025

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